CODICE 95274 ANNO ACCADEMICO 2024/2025 CFU 4 cfu anno 1 ARCHITETTURA 9915 (LM-4) - GENOVA 4 cfu anno 1 ARCHITECTURAL COMPOSITION 11120 (LM-4) - GENOVA 4 cfu anno 2 ARCHITECTURAL COMPOSITION 11120 (LM-4) - GENOVA 4 cfu anno 2 ARCHITETTURA 9915 (LM-4) - GENOVA SETTORE SCIENTIFICO DISCIPLINARE ICAR/14 LINGUA Inglese SEDE GENOVA PERIODO 2° Semestre MATERIALE DIDATTICO AULAWEB PRESENTAZIONE Operative Machines. The Port Grammar Le città portuali sono specchi le une delle altre. Ogni porto possiede una lista di elementi simili che, combinati con la sintassi urbana, lo rendono un luogo al tempo stesso peculiare e generico. Si tratta di macchine operative che, per usare le parole di Reyner Banham, generano uno specifico "vocabolario di forme" (1986), un linguaggio analitico che trae la sua principale connotazione dal carattere infrastrutturale del porto. Il corso “Operative Machines. The Port Grammar” assume come caso di studio una selezione di macchine operative presenti nei porti di tutto il mondo. Prima ancora di affrontarle con un'azione progettuale, il corso mira a rappresentarle come architetture e a catalogarle come componenti di una grammatica collettiva ed estrema. OBIETTIVI E CONTENUTI OBIETTIVI FORMATIVI Il corso svilupperà negli studenti un'ampia capacità progettuale per affrontare i temi della città costiera e portuale, nonché le questioni ambientali in modo integrato con le questioni dello spazio pubblico attraverso una proposta urbanistica/architettonica in grado di adattarsi a condizioni mutevoli. Gli studenti svilupperanno la capacità di pensare e lavorare in modo logico e sequenziale per sviluppare una strategia gerarchica (dallo schema allo sviluppo, dalla struttura permanente agli elementi effimeri e in un arco di tempo ampio. Gli studenti svilupperanno la capacità di lavorare in un team multiculturale e interdisciplinare per imparare a comunicare e collaborare all'interno di un team di progettazione, integrando le conoscenze e i punti di vista di altri settori di competenza. Gli studenti saranno in grado di costruire un'ampia letteratura e riferimenti progettuali sul tema delle aree costiere e delle città portuali. La lingua d'insegnamento è l'inglese, per cui si insisterà sul miglioramento delle capacità di comunicazione in inglese e sullo sviluppo di un vocabolario disciplinare. OBIETTIVI FORMATIVI (DETTAGLIO) E RISULTATI DI APPRENDIMENTO Dopo i precedenti corsi “Port-City Architectures. Inclusive and Hybrid Approaches for Land-Sea Settlements” (a.a. 2022/2023) e “Solid Water. Port Dams as Land-Sea Architectures and Settlements” (a.a. 2023/2024), il corso ”Operative Machines. The Port Grammar” assume come caso di studio una selezione di macchine operative presenti nei porti di tutto il mondo. Prima ancora di affrontarle con un'azione progettuale, il corso mira a rappresentarle come architetture e a catalogarle come componenti di una grammatica portuale collettiva ed estrema. Il corso si pone i seguenti obiettivi principali: - affrontare la progettazione urbanistica/architettonica in un contesto costiero abitato/sviluppato; - confrontarsi con la relazione tra ambiente costruito e mare; - affrontare le questioni ambientali costiere, così come le questioni di adattabilità nel tempo; - affrontare le questioni ambientali costiere e quelle di adattabilità nel tempo; - affrontare i cambiamenti climatici, gli aspetti di temporaneità, stagionalità e impermanenza degli insediamenti marini e dei modelli di vita socio-culturali. Al termine del corso lo/a studente/essa sarà in grado di: - sviluppare un processo di progettazione decisionale basato sulla formazione di opzioni e su scelte giustificabili; - sviluppare proposte progettuali che permettano e incoraggino l'adattamento e la trasformazione con i cambiamenti contestuali (umani, climatici, ecc.); - sviluppare diversi scenari per il completamento dell'architettura schematica su brevi e lunghi periodi di tempo, con gradi di permanente, temporaneo ed effimero; - costruire un ampio corpus di letteratura e riferimenti progettuali sul tema delle aree costiere e delle città portuali; - apprendere nuovi modi di lavorare con i software di modellazione e rendering minimale; - comunicare più efficacemente in inglese parlato. PREREQUISITI Allo/a studente/essa è richiesto di avere: - conoscenza di base o senso dell'architettura in ambiente urbano; - conoscenza di base della condizione delle aree costiere e delle città portuali; - buona capacità di utilizzo di software di modellazione (Sketchup); - alta capacità di utilizzo di Autocad o VectorWorks; - alta capacità di utilizzo di Adobe Photoshop e Adobe Indesign; - abilità e interesse nella realizzazione di modelli fisici; - è utile una precedente comprensione del design e delle questioni ambientali; - capacità di comunicazione e interesse a migliorare le capacità di presentazione in inglese parlato. MODALITA' DIDATTICHE Il corso si baserà su tre esercizi: “Disegno”, “Serie” e “Visione”. Ogni esercizio ha lo scopo di articolare una conoscenza progressiva e un processo di progettazione. Ogni esercizio si completerà a vicenda dando vita a prodotti grafici diversi ma coordinati. La redazione di idee progettuali, disegni, grafici e modelli fisici determinerà il voto complessivo dell'esame. La metodologia di raccolta di dati, diagrammi, disegni di cantiere, fotografie e modelli attraverso pubblicazioni (su libri, riviste, riviste scientifiche, web) sarà molto importante. La raccolta di informazioni, la generazione di proposte/opzioni/schemi di progetto e le scelte giustificabili dallo schema iniziale allo sviluppo finale saranno un processo ripetuto per tutto il semestre. A seconda del numero di partecipanti al corso, gli studenti e le studentesse lavoreranno individualmente. Gli esercizi saranno accompagnati da revisioni collettive settimanali su schermo e/o stampa. Le lezioni tenute dal professore o da ospiti esterni di livello internazionale ed esperti nei temi del corso forniranno un supporto bibliografico e progettuale al lavoro degli studenti e delle studentesse. Esercitazioni Ogni studente/essa selezionerà una specifica macchina operativa in un contesto portuale. La macchina selezionata può trovarsi in un porto contemporaneo (cioè ancora presente e in uso) o appartenere a un porto del passato (cioè essere stata impiegata in attività operative ma non più in uso). Il lavoro complessivo delle esercitazioni consisterà nell'analizzare la macchina e il contesto in cui è inserita, le configurazioni spaziali e volumetriche, le dimensioni tecniche, le particolari tecnologie, i materiali o i dispositivi integrati nella componente operativa. Ogni studente/essa dovrà impostare una conoscenza e una progettazione secondo tre fasi/esercizi collegati tra loro. Ogni fase/esercizio corrisponderà a un pannello A1 (59,4 cm x 84,1 cm) per un totale di 3 pannelli A1 verticali. Parallelamente ai materiali di esercitazione, gli studenti e le studentesse produrranno dei modelli fisici (scala TBD). Questo lavoro dovrà comunicare le caratteristiche delle macchine operative studiate, prestando particolare attenzione alle componenti architettoniche, all'assetto strutturale e ai rivestimenti, nonché alla sua posizione rispetto al contesto. I modelli dovranno essere concettuali e sintetici e rappresentare, nel loro insieme, il vasto campione della grammatica portuale. “Disegno” | Rappresentazione della macchina operativa selezionata attraverso disegni architettonici. Ogni studente/essa dovrà redigere una tavola A1 in cui la macchina operativa selezionata sia rappresentata in proiezione ortogonale con pianta/e, prospetto/i e sezione/i. “Serie” | Costruzione di una serie iconografica, un repertorio di immagini diverse per scala, funzione ed epoca che raccontano un immaginario di ispirazione collettiva per la macchina operativa selezionata. Ispirandosi al lavoro fotografico degli artisti tedeschi Bernd e Hilla Becher e alle loro serie di immagini fotografiche, ogni studente/essa dovrà elaborare un pannello A1 selezionando 28 immagini (in una griglia 7x4) secondo un principio di accostamento analogico di forme, volumi, proporzioni e colori in relazione alla macchina operativa selezionata. “Visione” | Elaborazione grafica di una vista assonometrica o prospettica esemplificativa di un possibile intervento progettuale sulla macchina operativa selezionata. Elaborando un pannello A1, ogni studente/essa dovrà suggerire un progetto architettonico apportando aggiunte plastiche e morfologiche, demolizioni, sostituzioni di volumi, ecc. A partire dalle caratteristiche formali, compositive e strutturali della macchina operativa oggetto di studio, i progetti assumeranno la forma di singole architetture o di insediamenti più ampi, esprimendo i fenomeni di differenziazione, pluralità e squilibrio richiesti dal confine terra-mare. Uno degli obiettivi principali sarà quello di elaborare un nuovo dispositivo architettonico-infrastrutturale distinto. Particolare attenzione sarà dedicata alla definizione di fasi di sviluppo in cui l'architettura progettata e il suo contesto si evolvono e sono in grado di trasformarsi per soddisfare nuove condizioni e usi. Gli studenti formeranno una sequenza di scenari alternativi, potenzialmente di durata medio-lunga. Gli studenti e le studentesse che hanno una certificazione valida di disabilità fisica o di apprendimento depositata presso l'Università e che desiderano discutere di possibili accomodamenti o altre circostanze relative alle lezioni, ai corsi e agli esami, devono parlare sia con il docente che con il referente per le disabilità del Dipartimento di Architettura e Design (https://architettura.unige.it/commissioni_e_referenti_dipartimento). PROGRAMMA/CONTENUTO Le città portuali sono specchi le une delle altre. Proprio per il loro carattere analogo, generano una grammatica portuale comune e replicabile, talmente estrema da definire anche una nuova tipologia architettonica in cui il ritmo dei volumi, l'alternanza di pieni e vuoti, la disposizione delle aperture, il profilo delle coperture, le connessioni tra i manufatti e gli schemi di accessibilità sono tutti progettati in funzione delle esigenze operative. Soprattutto tra il XIX e il XX secolo, i porti hanno vissuto fasi di sviluppo comparabili, caratterizzate da un'imponente espansione del territorio e dalla graduale obsolescenza e dismissione dei centri marittimi più antichi. Più recentemente, fenomeni globali (come l'unificazione e l'automazione del carico, il gigantismo navale, il traffico intermodale, la regionalizzazione dei porti e l'ascesa di sistemi o cluster portuali) hanno costretto i porti a dotarsi delle stesse attrezzature per soddisfare esigenze operative come il carico e lo scarico delle navi, lo stoccaggio, la movimentazione e il controllo delle merci, la distribuzione e, in alcuni casi, la lavorazione di prodotti semilavorati. Questa proliferazione di forme e dispositivi ricorrenti al servizio della meccanizzazione, della standardizzazione e, in ultima analisi, delle regole della logistica è all'origine di caratteristiche collettive: una speciale morfologia di paesaggi e architetture utilitarie che ricorre nei porti anche a latitudini molto lontane. Talvolta inerenti all'aspetto formale dell'architettura o, al contrario, alla funzione industriale o alle scelte costruttive o materiche, i tratti della tipologia architettonica portuale hanno radici antiche che si manifestano attraverso analogie che li distinguono e, al tempo stesso, li accomunano. Ogni porto possiede un elenco di elementi simili che, combinati con la sintassi urbana, ne fanno un luogo al tempo stesso peculiare e generico. Si tratta di macchine operative che, per usare le parole di Reyner Banham, generano uno specifico “vocabolario di forme” (1986), un linguaggio analitico che trae la sua principale connotazione dal carattere infrastrutturale. Già nei primi decenni del XX secolo, l'estetica industriale di silos, magazzini, bunker, ascensori e chiatte condizionò lo stile architettonico dell'epoca. È noto che nei suoi quarant'anni di egemonia lo Stile Internazionale è stato portatore di autenticità strutturale e costruttiva, nella misura in cui ogni edificio aspirava a essere espressione di esigenze pratiche dichiarate. Così, la comparsa di somiglianze industriali in edifici non industriali veniva interpretata come un impegno a far sì che queste architetture fossero strutturalmente oneste e funzionalmente economiche. Inoltre, tali edifici sono stati spesso progettati come “vasti rifugi per tutti gli scopi pratici” (Libert, 2015), cioè in grado di essere incredibilmente versatili, di adattarsi al cambiamento e di non essere subordinati al loro scopo originario. La grammatica portuale è in grado di rispondere alle logiche della produzione e, nel quadro contemporaneo, a quelle della logistica e della riqualificazione ambientale dei porti, diventando strategica in termini di riduzione delle emissioni, utilizzo di fonti energetiche sostenibili, decarbonizzazione del trasporto portuale attraverso innovazioni nella digitalizzazione e nell'automazione, ecc. Su base teorica, il corso si propone di studiare, catalogare e intervenire con gli strumenti della progettazione architettonica su un campione selezionato di macchine operative portuali. Il principio teorico fondante del corso è quello di riconoscere una qualità architettonica nei manufatti progettati e utilizzati principalmente per la produzione, il commercio e la logistica. Parabrezza, ponti per il trasbordo acqueo, gru, ascensori galleggianti, dighe portuali o piattaforme off-shore sono tutti componenti funzionali che contribuiscono a plasmare la spazialità portuale e si offrono come componenti attivi del patrimonio e del design del porto contemporaneo. Sono forme estreme di insediamento e morfologie territoriali. I notevoli sforzi ingegneristici per insediare queste macchine operative sul confine terra-mare appaiono come tentativi di solidificare e cristallizzare l'irrequieta fluidità dell'acqua, rendendo così il processo di progettazione completamente incentrato sulla necessità di replicare il terreno della terra sulla superficie dell'acqua. Inoltre, questa condizione liminare influenza non solo l'estetica della loro architettura, ma anche la politica dello spazio, come evidenziato da concetti quali viscosità e vuoto. Le relazioni tra spazio pubblico e privato, il ruolo della tecnologia nel plasmare l'accessibilità dello spazio e il rapporto costante con l'urbanistica terrestre sono alcuni dei temi che interessano la progettazione architettonica in questo contesto spaziale. Dopo i corsi precedenti “Port-City Architectures. Inclusive and Hybrid Approaches for Land-Sea Settlements” (a.a. 2022/2023) e “Solid Water. Port Dams as Land-Sea Architectures and Settlements” (a.a. 2023/2024), il corso ”Operative Machines. The Port Grammar” assume come caso di studio una selezione di macchine operative (vedi sotto) presenti nei porti di tutto il mondo. Prima ancora di affrontarle con un'azione progettuale, il corso mira a rappresentarle come architetture e a catalogarle come componenti di una grammatica collettiva e completa. Il corso intende elaborare l'idea che le grandi infrastrutture operative rispondano a regole di formazione spaziale diverse da quelle dei manufatti terrestri e che, allo stesso tempo, possano essere riconosciute non solo come meri divertimenti, ma anche come elementi di arredo. TESTI/BIBLIOGRAFIA [selezione] LIBRI / SAGGI Allen S., 1999, “Infrastructural urbanism” in Points + Lines: Diagrams and Projects for the City, Princeton Architectural Press, New York, pp. 46–59. Andriani C., 2020, “Oltre. Metabolisms at the City/Port Border”, in Moretti (2020: 14-19). Andriani, C., Moretti, B., Servente, D., 2018, “Patrimonio di confine tra Città e Porto. Il caso di Genova” in Paesaggio Urbano. Paesaggio Urbano, 3, 29-39. Banham R., 1989, A Concrete Atlantis. U.S. Industrial Building and European Modern Architecture, The MIT Press. Brenner N., Katsikis N., 2018, “Operational landscapes: Hinterlands of the capitalocene” in AD Architectural Design, 90, 1: 22-31. 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Mapping European Port City Territories: From Understanding to Design, nai010 publishers, Rotterdam. Khosravi H., Bacchin T.K., LaFleur F. (2019), Aesthetics and Politics of Logistics. Humboldt Books, Venice and Rotterdam. Moretti, B., 2022. “Architetture della Città Portuale Contemporanea. Composizioni Ibride ed Eccezionali Contesti” in GUD, Composizioni – Compositions, n. 6, 24-33, Stefano Termanini Editore, Genova. Moretti, B., 2021, “La grammatica dei porti, una morfologia speciale di paesaggi analoghi. Il caso del Grain Elevator di Buffalo” in GUD, Analogia – Analogy, n. 3, 46-55. Moretti B., 2020, Beyond the Port City: The Condition of Portuality and the Threshold Concept. Berlin: Jovis. Moretti B., 2020, “The FRAC of Dunkirk by Lacaton & Vassal: About Incommensurability, Duplication and Openness” in WA – World Architecture Magazine, 356, 114-119 Moretti, B., Komossa, S., Marzot, N., Andriani, C., 2019, “States of co-existence and border projects in port cities: Genoa and Rotterdam compared” in Proceedings of the Institution of Civil Engineers – Urban Design and Planning, 172(5), 191-202. Nesbit J. S., 2024. Ground Control. A Design History of Technical Lands and NASA’s Space Complex. Routledge, New York. Nesbit J. S., Waldheim C., 2022, (eds.). Technical Lands: A Critical Primer, JOVIS Verlag GmbH, Berlin. Pavia R., Di Venosa M., 2012, Waterfront: Dal conflitto all’integrazione. Trento: LISt Lab. Rosselli A., 2005, “Il porto come struttura e significato” in Portus, 10: 4-9. Unwin S., 2007, Doorway. Abingdon-New York, NY: Routledge. Tschumi B., 1981, The Manhattan Transcripts. Academy Editions, London. Vianello M. 2022, Returns to Seaspace. 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International Journal of Architecture, Urbanism and Geomorphology of Coastal Landscapes https://seascape.it/ North Sea Wind Park, MVRDV, 2006 https://www.mvrdv.nl/projects/98/north-sea-wind-park DELTA WORKS, NL https://www.zeeuwseankers.nl/en/story/deltawerken-safety-and-recreation DOCENTI E COMMISSIONI BEATRICE MORETTI Ricevimento: Su appuntamento, scrivendo a beatrice.moretti@unige.it Commissione d'esame BEATRICE MORETTI (Presidente) CHRISTIANO LEPRATTI LEZIONI INIZIO LEZIONI In accordo con il Calendario Accademico. Orari delle lezioni L'orario di questo insegnamento è consultabile all'indirizzo: Portale EasyAcademy ESAMI MODALITA' D'ESAME Alla fine del semestre, studenti e studentesse presenteranno e discuteranno con i guest critics la loro logica di progettazione e la giustificazione del progetto in base agli obiettivi del corso. Il lavoro presentato per l'esame finale sarà la serie di 3 tavole A1 verticali (59,4 cm x 84,1 cm) e il modello fisico in scala architettonica (scala da definire). Verrà inoltre presentata una versione digitale in pdf dei 3 A1, che verrà discussa durante l'esame. Verrà fornito un modello di layout, in formato Indesign (.indd), per l'elaborazione delle tavole. Gli aspetti da sottolineare nella valutazione finale sono: la ricerca, i riferimenti, i casi di studio, l'uso delle informazioni; l'approccio interpretativo sviluppato per lo studio e la progettazione della macchina operativa selezionata; l'azione progettuale tipologica e funzionale dell'architettura della permanenza e del cambiamento; la strategia urbana, l'inserimento dell'architettura progettata nel contesto, la progettazione degli spazi pubblici e delle connessioni; le condizioni ambientali e la risposta architettonica integrata; la collaborazione e la comunicazione; la visualizzazione del progetto e l'uso efficace dei media; l'efficacia del lavoro e la presentazione finale. MODALITA' DI ACCERTAMENTO La verifica e la valutazione avverranno al termine di ogni fase di lavoro, sia da parte del docente che del gruppo/classe stesso. La presenza di guest critics durante l'esame finale, in qualità di giuria, offrirà un confronto diretto e qualificato in cui studenti e studentesse dovranno dimostrare le capacità critico-teoriche e strategico-progettuali acquisite durante il corso. L'esame finale, svolto in presenza e in forma orale da studenti e studentesse, verificherà il livello di apprendimento delle nozioni primarie della progettazione architettonica e dei temi proposti dal corso.